giovedì 17 gennaio 2019

LA DIETA DEL GRUPPO SANGUIGNO

Fu ideata dal medico naturopata americano James D’Adamo negli anni ’60, che aveva ipotizzato che lo studio della relazione gruppo sanguigno-dieta potesse spiegare il perché alcune diete funzionano meglio con alcune persone piuttosto che altre. Suo figlio, Peter J. D’Adamo, anch’esso medico naturopata, la lanciò poi ufficialmente nel 1996 con il libro “Eat Right for Your Type” che ha venduto più di 7 milioni di copie (dati del 2014). Il concetto fondamentale della dieta a gruppi sanguigni è che il corpo reagisce agli alimenti in modo diverso, reazione determinata dal proprio gruppo sanguigno di appartenenza e basata su ciò che mangiavano gli antenati con lo stesso gruppo sanguigno. Il Dr. Mozzi ha ripreso i concetti della dieta dei gruppi sanguigni di D’Adamo e li ha diffusi in Italia, tramite libri, il più famoso dei quali è “La dieta del dottor Mozzi”, video su youtube e trasmissioni televisive come “Box Salute”, che va in onda su Telecolor.

Per ogni gruppo sanguigno sono state fissate delle linee guida alimentari, con categorie di cibi da prediligere e cibi da evitare. Queste sono state determinate dalle presunte abitudini alimentari dei nostri antenati. Ogni gruppo sanguigno nasce in un determinato periodo storico, nel quale diversi alimenti erano disponibili. Quando vengono introdotti alimenti con un certo tipo di antigene, il corpo lo riconosce come amico o nemico, e può far partire una risposta immunitaria. L’assunzione prolungata di cibi sbagliati può quindi portare allo sviluppo di diverse patologie.
La selezione degli alimenti benefici, neutri e dannosi è stata fatta in base ad analisi sulle lectine, proteine presenti in ogni alimento che potrebbero causare questa reazione immunitaria. I gruppi sanguigni vengono associati anche a personalità, predisposizioni genetiche e rischi di sviluppare diverse patologie.

DIETA GRUPPO SANGUIGNO 0

Le persone con sangue di tipo 0 (il fattore Rh viene considerato ininfluente nella dieta di tutti i gruppi sanguigni) sarebbero i discendenti dei primi uomini che abitavano la terra 2 milioni di anni fa o più, che secondo le teorie del dentista Weston A. Price, l’ideatore della paleodieta o dieta paleolitica, si nutrivano principalmente di carne, pesce, vegetali, tuberi, frutta, bacche ed erbe selvatiche.
Le persone di gruppo 0 si sarebbero quindi più adattate alla digestione e metabolizzazione di alimenti di provenienza animale. Viene anche indicato uno studio del 2006 che ha coinvolto un gruppo di 40 persone nel quale si è concluso che le persone con gruppo 0 o B hanno un livello di fosfatasi alcalina intestinale maggiore degli altri gruppi, che permetterebbe loro una migliore assimilazione delle proteine e dei grassi animali. Per questo motivo la dieta del gruppo sanguigno 0 consiste principalmente in proteine animali da carne e pesce, verdura e un po’ di frutta, mentre gli alimenti da evitare sono principalmente i cereali (in particolare quelli contenenti glutine) e i latticini. Questa è comunque una suddivisione generale, in quanto anche all’interno di queste categorie di alimenti, Mozzi elenca alimenti benefici, neutri e nocivi.

DIETA GRUPPO SANGUIGNO A

Con il neolitico (iniziato circa 12000 anni fa) gli uomini primitivi sono passati dall’essere cacciatori-raccoglitori all’essere produttori-coltivatori stanziali. La dieta era quindi caratterizzata da un apporto elevato vegetali con alto livello di carboidrati. La dieta gruppo sanguigno A è quindi principalmente vegetariana, in quanto secondo D’Adamo le persone con gruppo A hanno difficoltà a digerire proteine e grassi animali, in particolare quelle della carne rossa. Gli acidi gastrici sarebbero infatti meno concentrati negli individui con emogruppo A. Gli alimenti consigliati sono verdure con l’esclusione delle solanacee (pomodoro, melanzana, patata, peperone e peperoncino), olio d’oliva, noci, uova e pesce. La frutta viene consigliata, ma in quantità limitate a causa del contenuto di fruttosio che secondo Mozzi causerebbe infiammazione se consumato in eccesso.
Gli alimenti da evitare sono invece la carne e i latticini e, tra la frutta, arance, banane, mandaranci, mandarini, melone, noce di cocco, papaya sono altamente sconsigliate.

DIETA GRUPPO SANGUIGNO B

Secondo D’Adamo gli antenati con gruppo sanguigno di tipo B facevano parte dei popoli nomadi del Medio Oriente apparsi circa 15000 anni fa. Essendo dediti alla pastorizia le loro abitudini alimentari erano caratterizzate dall’utilizzo sia di alimenti sia di provenienza animale che vegetale.

DIETA GRUPPO SANGUIGNO AB

Il gruppo sanguigno AB è il gruppo che si sarebbe sviluppato più recentemente (1000 anni fa) e a cui appartiene solo il 2-5% della popolazione.

Viviamo in un contesto sollecitante sia dal punto di vista emotivo che alimentare. Gli stimoli non mancano a tutti i livelli e prendersi cura di noi creando spazio e discernere ciò che è sano e sentito giusto per noi in un dato momento rimane il fulcro fondamentale per la nostra salutogenesi. Scegliere uno stile di vita alimentare che limiti prodotti composti da farine industriali, grandi quantità di latticini, lieviti, zuccheri, bibite industriali, inserire un periodico digiuno (graduale ed accompagnato dalle indicazioni di un terapeuta, in una condizione di fermo delle attività ordinarie) e fare un’attività fisica che si preoccupi dell’allungamento e tonificazione dei muscoli dei muscoli e che non abbia come obiettivo la performance (per non produrre stress ulteriore), è già un buon inizio di un percorso di ascolto e miglioramento di sè.

Le indicazioni contenute in questa nota non intendono in alcun modo sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. E' pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista.

giovedì 10 maggio 2018

LE RELAZIONI PERICOLOSE - MADRI E FIGLIE


Coming soon! Seminario Aperto a Tutti!


“Tu sei quello che sei. Tu sei quello che senti. Inizia pure a tirare fuori il tuo fragile sé autentico ed esporlo alla crescita, qui è sicuro” (Cit. Judith Viorst)


La Madre dona la Vita. Ma la Madre è d è stata anch'essa una donna esposta a tutte le sollecitazioni emotive della sua vita quotidiana e porta con se un grande bagaglio emozionale ed educativo. E' proprio con questa enorme valigia che, noi figlie, ci dobbiamo misurare per costruire il nostro modello di Donna e di Madre.
Questo Seminario si pone l'obiettivo di esplorare alcune modalità di madri, non sempre amorevoli o in sintonia dal punto di vista emotivo con il nostro sentire e l'aiuto che il Metodo Originale del Dottor Bach può fornire nella facilitazione del sostegno delle emozioni che in un rapporto difficile con la propria madre possono manifestarsi e che, se non viste, possono condizionare la vita e le relazioni successive.

giovedì 15 febbraio 2018

SABATO 24 FEBBRAIO ORE 16.00 .... Presentazione Aperta a Tutti!

I Fiori di Bach non sono una “cura” ma un sostegno all'auto-sostegno dell'individuo.
Le cure riguardano solo la classe medica, ed il BFRP (Bach Foundation Registered Practitioner) è un compagno di percorso, l'obiettivo è il riequilibrio.
Cristina Granieri (BFRP ITA-2016-1025G - https://natsalus.blogspot.it/p/naturopatia.html) ci introdurrà al Metodo del Dr. Bach, con il quale stati d'animo come l'irrequietezza, l'inadeguatezza, l'auto-condanna, l'abbattimento, la stanchezza, il bisogno di stare con gli altri, il procrastinare, superare i traumi passati o rompere con le vecchie abitudini, possono essere superati, prima che queste emozioni si manifestino nel corpo con delle sintomatologie inaspettate.

Presentazione Gratuita Aperta a Tutti
Gradita la prenotazione al 3922733982

Presso: MONDOLISTICO E BENESSERE
ROMA, VIA CECHOV 12C - TEL. 0664521879

Le indicazioni contenute in questa presentazione non intendono in alcun modo sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. E' pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista.

lunedì 8 gennaio 2018

LA FITOTERAPIA

La frutta, le radici e le piante ed altre sostanze provenienti dalla Natura sono state riconosciute nella storia dell'essere umano per le loro proprietà nutritive e virtù curative. Le prime tracce scritte sulla Fitoterapia risalgono al 3000 a.C. e sono incisioni su tavolette di argilla in caratteri cuneiformi. La Fitoterapia è stata usata per migliaia di anni come fonte di cura per numerose malattie. Con l'avvento della chimica e con la scoperta di nuovi farmaci per lungo tempo considerati "miracolosi" (sulfamidici, antibiotici, ecc.), la Fitoterapia è parsa una via incerta, senza basi sicure. Questo periodo è durato ben poco: sono stati presto resi noti gli effetti secondari negativi di gran parte dei farmaci di sintesi e l'attenzione verso le piante si è rinnovata proprio avvalendosi del progresso scientifico. Oggi, proprio attraverso procedimenti di individuazione dei principi attivi, la scoperta di proprietà farmacologiche, la Fitoterapia può essere considerata una via di cura vera e propria. Il progresso scientifico e tecnologico dell'agronomia, della chimica vegetale e della farmacologia, ha permesso di sviluppare forme terapeutiche e galeniche sempre più efficaci e sicure. Nel nostro secolo la Fitoterapia concilia tradizioni secolari, il progresso della scienza, e la tecnologia dei processi di produttivi, garanzia di qualità e sicurezza. Attraverso un'azione profonda e non aggressiva la Fitoterapia contribuisce al buon equilibrio del nostro corpo, stimolando il nostro organismo senza intossicarlo, senza effetti secondari e permette una vera e propria azione preventiva per molte malattie, una vera e propria azione di salutogenesi. E' proprio affrontare sintomi di malesseri quotidiani (insonnia, reumatismi, cefalee, cattiva digestione, gonfiori, ecc.) la maniera migliore per cercare di prevenire affezioni più invasive (diabete, depressione, infesioni, ecc.), agendo in maniera "complementare" alla farmacologia chimica. Se scelte in maniera adeguata (con il consiglio di una persona che conosca la materia, un Naturopata o Erborista) e ben utilizzate, la Fitoterapia può sostenerci nel far fronte a numerosi problemi, tenendo conto dei campi di utilizzo di ciascuna pianta e della reattività particolare di ognuna, permettendo un piano specifico per ogni singola persona, cioè un piano personalizzato che può essere diverso per ognuno di noi.